Che lingua si parla in Polonia? Lingua ufficiale polacca e parlata

Alla scoperta delle lingue più diffuse in Polonia

La Polonia è uno tra i Paesi più importanti per la storia del nostro continente, e più in generale del mondo intero. Inoltre, è una delle mete preferite per vacanze economiche dell’ultimo minuto ricche di meraviglie da esplorare: se anche tu stai pensando di visitarla, allora dovresti proprio scoprire che lingua si parla in Polonia e quali sono le sue caratteristiche.

Quando si visitano questi luoghi, infatti, l’inglese può non essere sufficiente per comunicare con la gente del posto: conoscere un po’ di nozioni sulla lingua parlata in Polonia potrebbe rivelarsi, quindi, un’ottima idea.

Ma in Polonia che lingua si parla, esattamente? Addentriamoci nell’argomento in questo articolo di Sprachcaffe.

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In Polonia la lingua ufficiale è il polacco, una lingua indoeuropea e, più in particolare, appartenente al gruppo delle lingue slave occidentali. La lingua polacca è riconosciuta come ufficiale in Polonia, ma è anche ampiamente diffusa nel resto del mondo, considerando che possiamo oggi contare 45 milioni di parlanti totali e la Polonia invece ha 38 milioni di abitanti. In particolare, la diffusione del polacco fuori dal Paese di origine è distribuita maggiormente negli Stati Uniti (2,5 milioni) ed è una delle lingue parlate in Ucraina (1,151 milioni). In minori quantità troviamo la lingua polacca diffusa anche in:

  • Germania: 1 milione di parlanti
  • Bielorussia: 400 000 parlanti
  • Canada: 225 000 parlanti
  • Brasile: 150 000 parlanti
  • Israele: 100 000 parlanti

E, ancora in diffusione minore, la troviamo anche in Russia, Kazakistan, Lettonia, Austria, Repubblica Ceca, Ungheria, Australia, Romania, Azerbaigian e in minima parte anche in Estonia.

Di tutte queste nazioni, però, il Polacco è lingua ufficiale soltanto della Polonia dove è parlato e utilizzato come prima lingua da più del 95% della popolazione. Questo dato fa della Polonia uno dei Paesi più omogenei a livello linguistico di tutto il continente europeo: se pensiamo alle varie lingue ufficiali del Lussemburgo, per esempio, o di quelle che si parlano in Belgio, ci rendiamo conto infatti che pochi paesi europei possono vantare un livello linguistico così omogeneo come quello della Polonia.

La storia della lingua polacca comincia intorno al decimo secolo d.C., nel momento in cui le tribù di Oder e di Vistola furono unificate sotto il regno di Mieszko I. Avendo lingue molto simili tra di loro, si decise di trovare una sorta di via di mezzo, una versione standardizzata che si serviva dell'alfabeto latino per la forma scritta. A causa della sua storia, oggi il polacco è considerato la lingua slava più antica, non cristiana e maggiormente utilizzata nel tempo senza interruzioni: è praticata non-stop dal 1500.

Lingua polacca: caratteristiche generali

La lingua polacca è molto particolare, quasi unica nel suo genere: rispetto alle altre lingue slavo-occidentali, infatti, presenta molte differenze. Un esempio è la modifica che avviene ad alcune consonanti (come la t' che diventa ć, la d' che diventa e la r' che diventa rz), ma anche l'assenza di quantità e di intonazione, oltre a quella espressiva, la rendono davvero una lingua a sé stante rispetto alle altre della sua famiglia.

Le poche vocali presenti e le moltissime consonanti all'interno delle parole rendono la lingua polacca molto difficile da pronunciare, proprio come il ceco, ovvero la lingua che si parla a Praga, in Repubblica ceca. E anche in questo caso, infatti, troviamo alcuni scioglilingua inventati ad hoc dai polacchi per spaventare chi si approccia alla lingua per la prima volta. Un esempio è la frase:

"W Szczebrzeszynie chrząszcz i trzmiel brzmią w trzcinie"

Il significato è: A Szczebrzeszyn un coleottero e un bombo suonano tra le canne.

Un'altra particolarità a livello di pronuncia riguarda le consonanti finali di una parola, che si leggono sempre sorde a prescindere dalla consonante realmente presente: la parola grat la leggeremo dunque grad, nonostante la t abbia un suono ben definito in parole nelle quali è presente in mezzo ad altre lettere.

Infine, da non sottovalutare il fatto che la lingua polacca è una lingua flessiva e che, proprio come la lingua parlata in Lituania, presenta ben sette casi di declinazione. Ne consegue che imparare il polacco richiede un approccio totalmente diverso rispetto a quello che serve, per esempio, per apprendere il francese: imparare a "pensare declinando" è un esercizio del tutto nuovo, comprensibile un po' di più da chi ha studiato greco o latino al liceo.

Tuttavia, l'apprendimento del polacco è necessario se si ha intenzione di rimanere nel Paese a lungo, magari proprio per motivi di studio o anche per trovare lavoro e fermarsi in modo definitivo. Per una semplice vacanza, invece, può essere sufficiente un buon livello di inglese, perciò ti consigliamo di migliorarlo con un corso di inglese online prima della partenza: così non avrai alcun tipo di problema e nulla potrà rovinare il tuo viaggio alla scoperta delle bellezze della Polonia.

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Lingue minoritarie parlate in Polonia

In Polonia la lingua è molto omogenea, come abbiamo visto, ma sono comunque presenti moltissime lingue minoritarie, seppur con piccole percentuali di diffusione.

La prima tra tutte è sicuramente il casciubo (o Kashubian), una lingua slava diversa dal polacco che appartiene al gruppo delle lingue lechitiche. Si pensa che sia nato dalla lingua parlata dal gruppo indigeno Pomerania, giunto in questi luoghi ben prima della popolazione polacca. Il casciubo viene infatti parlato prevalentemente nel voivodato di Pomerania, dove trova più di 50 000 parlanti (su 100 mila totali in tutta la Polonia): oltre a presentare differenze con la lingua polacca, può modificarsi molto anche a seconda che sia parlato da un kashubiano del nord o del sud, al punto da faticare a comprendersi a vicenda. Questa è la lingua minoritaria più diffusa in Polonia, ma ne troviamo anche altre come:

  • Tedesco, con 96 mila parlanti;
  • Bielorusso, con 26 mila parlanti;
  • Ucraino, con 25 mila parlanti;
  • Romanì, con 15 mila parlanti (è la lingua parlata dalla popolazione rom, diffusa qui e in molti altri Paesi dell'Europa settentrionale e nella parte più a est;
  • Rusyn, con 5 mila parlanti (è una lingua slava parlata dai Russini qui e in altre zone di Russia, Slovacchia e altri paesi confinanti);
  • Lituano, con 5 mila parlanti;
  • Armeno, con 2 mila parlanti;

È interessante sapere, poi, che proprio in Polonia è nata la lingua esperanto, un linguaggio artificiale creato dal medico linguista Ludwik Lejzer Zamenhof per facilitare la comunicazione tra popolazioni di cultura diversa. L'esperanto in Polonia e in Croazia è stato dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità.

Lingua della Polonia: la questione dello yiddish

Tra quelle minoritarie, in Polonia la lingua preponderante un tempo è stata lo yiddish, oggi quasi scomparso.

Lo yiddish è una lingua germanica che deriva dall'alto tedesco, ma che ha raccolto un enorme patrimonio linguistico dall'ebraico e dallo slavo, di cui utilizza gran parte del vocabolario. Durante il Medioevo, veniva utilizzata come lingua volgare dalle comunità ebraiche dell'Europa centrale, e nel tempo era rimasto come linguaggio tra coloro che professavano questa religione.

In Polonia la lingua yiddish era la seconda lingua più parlata, con oltre 5 milioni di persone che la praticavano assiduamente, e questo fino al tragico anno 1939. Da quel momento in poi, con la Seconda Guerra Mondiale e lo sterminio della popolazione ebraica, la lingua yiddish è quasi totalmente scomparsa all'interno del Paese: oggi in Polonia possiamo contare meno di 20.000 persone che la parlano ancora. Una differenza spaventosa che, oggi come oggi, ci permette di renderci davvero conto della vastità di ciò che è avvenuto.

Altre lingue in Polonia: le lingue straniere

Oltre alle lingue minoritarie e alla lingua polacca, poi, troviamo in Polonia anche diverse lingue straniere riconosciute. In base alle dichiarazioni della popolazione, le più frequenti sono:

  • Russo (23%)
  • Inglese (18%)
  • Tedesco (14%)
  • Francese (2%)

I dati che abbiamo appena visto, però, risalgono all'anno 2001: nell'ultimo ventennio di certo saranno cambiati, e anche in modo importante. Questo per due motivi: il primo è l'aumento degli allacci commerciali con la Germania, che rende il tedesco una lingua molto più utile da conoscere oggi come oggi. Il secondo motivo riguarda semplicemente la globalizzazione, e l'adattamento dei giovani alle tendenze oltreoceano. Tra musica, film e social media -ma anche esperienze all'estero, più semplicemente- l'inglese è la lingua preferita da studiare per i giovani. Già nel 2010, infatti, erano più dell'85% gli studenti che sceglievano l'inglese come seconda lingua, e la percentuale è anche maggiore in base all'ambito (grado di istruzione o professionale).