La storia della Città Proibita in Cina risale alla Dinastia Ming, quando l'imperatore Yongle decise di spostare la capitale dell'impero da Nanchino a Pechino, e costruire lì una nuova residenza imperiale. I lavori per la costruzione della Città Proibita iniziarono nel 1406, e furono completati nel 1420: ci vollero quattordici anni, dunque, per realizzare ciò che abbiamo l'occasione di ammirare oggi.
La Città Proibita, conosciuta anche come Palazzo Imperiale, fu la residenza ufficiale degli imperatori Ming e Qing per circa 500 anni, fino alla fine della monarchia avvenuta nel 1912. Durante questo periodo, fu il centro del potere politico e amministrativo della Cina, nonché il luogo in cui vivevano gli imperatori, insieme alle loro famiglie e ai loro servitori: si trattava di una vera e propria città, quindi, ed è per questo che così viene definita ancora oggi.
Ma perché proibita?
In realtà, il motivo di questo appellativo è molto semplice, e deriva dal fatto che l'accesso alla residenza imperiale era strettamente controllato e vietato al pubblico in generale.
Solo i funzionari di alto rango, i servitori e i membri della famiglia imperiale potevano entrare nella Città Proibita. Per fare in modo che fosse così, anche la costruzione stessa era circondata da mura imponenti e difese da torri di guardia.
Nel corso dei secoli, la Città Proibita di Pechino è stata testimone di numerosi eventi storici cruciali, tra cui le ribellioni, le lotte di potere e i cambiamenti dinastici: ogni momento decisivo della storia cinese è passato per queste mura, in pratica.
Durante l'ultimo periodo della dinastia Qing, la Città Proibita subì danni durante la Ribellione dei Boxer nel 1900 e successivamente fu abbandonata quando l'ultimo imperatore, Pu Yi, abdicò nel 1912.
Dopo la caduta dell'Impero, la Città Proibita fu aperta al pubblico come museo nel 1925 e divenne una delle principali attrazioni turistiche della Cina. Ancora oggi la Città Proibita è un importante sito storico e culturale, e rappresenta il simbolo dell'antica civiltà cinese e della grandezza delle dinastie imperiali.